Carissimi!

 

Appena arrivato sull’isola, l’infame Sicorax dagli occhi blu, mi ha rinchiuso nel pino di prima e non so per quanto. Ero stato appena liberato e eccomi di nuovo prigioniero.

 

Credo che non saprete mai cosa abbia significato per me non essere stato presente alle prove ed almeno alla prima recita di Parigi e poi Roma ed infine Milano. Un dolore profondo che non meritavo anche se tutto si è svolto nel modo migliore. Proprio per questo vostro-nostro successo che chiudeva i conti con la troppa infamia che circondò la prima della Tempesta, mi avrebbe fato un poco di bene essere là con voi, in mezzo a voi, con un pubblico grato per quello che avevamo fatto e che gli avevamo dato.

 

Sia come sia, oggi si aggiunge anche il dispiacere di non vedervi e di non abbracciarvi per questa che non deve essere la nostra “ultima”.

 

Vi ringrazio per il vostro alto senso di responsabilità, per il vostro amore, per la vostra arte. Dietro alla Tempesta c’è molto amore ed è la cosa che conta di più. Non dimenticate, dentro di voi, questa storia così luminosa e cerchiamo insieme di farla brillare in America e oltre, nel tempo. Grazie e a presto.

 

 

Giorgio